Serena Pellegrino (SEL): oggi a Roma è stata accolta con entusiasmo la proposta di legge costituzionale per integrare l’art.1 della nostra Carta con il riconoscimento della Bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale. Grande emozione per gli interventi di Quirino Principe e Giovanni Puglisi.
“La bellezza non è per noi, Italia, “il nostro petrolio”, come molti stolidamente si compiacciono di dire. La bellezza è un valore intrinseco, l’essenza dell’identità nazionale, la forma essenziale, la marcia tout court…” : la parlamentare Serena Pellegrino cita l’intervento odierno di un grande esponente della cultura italiana, Quirino Principe, commentando i lavori del convegno “ Riconoscere la bellezza all’art.1 della Costituzione”, svoltosi stamattina nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, a Roma.
Un progetto che Pellegrino ha avviato depositando il 22 maggio la proposta di legge costituzionale ed ha voluto subito dopo condividere fuori dalle sedi parlamentari, trovando partecipi al suo fianco le principali associazioni italiane, in rappresentanza delle istanze della cultura, delle arti, della musica, dell’ambiente, del territorio, del paesaggio: dall’Unesco a Greenpeace, da Federcultura a Legambiente, dal Consiglio nazionale degli architetti ai Conservatori d’Italia, da Kronos 1991 a Coldiretti.
“Aggiungere un comma al primo articolo della nostra Carta – spiega la parlamentare al termine dei lavori – precisare che la Repubblica Italiana riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali, storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali è certamente una delle più rivoluzionarie iniziative per ridare dignità e prospettive al popolo italiano, per salvare il territorio e l’anima dell’Italia, smembrati e ridotti a merce di scambio e bottino di conquista, per recuperare lo slancio creativo e il senso del bello che da sempre appartengono al codice genetico della nostra collettività: sono sentimenti comuni che si sviluppano attraverso le più diverse esperienze e che tuttavia oggi abbiamo verificato convergono e si sovrappongono perfettamente.”
“I contributi presentati – afferma Pellegrino – hanno evidenziato che l’art. 9 della Costituzione da solo non basta più. Ho potuto verificare il generale sostegno a questo progetto, che è già nostro. Appartiene a quell’Italia che percepisce, citando nuovamente Quirino Principe, che il testo costituzionale si è logorato, è sbiadito, appannato, poiché se ne sono indeboliti e affievoliti i significati. Oggi abbiamo visto nascere una mobilitazione popolare su questo tema, e sulle sue articolazioni fondamentali a bloccare inversione di tendenza che sta facendo declinare l’Italia in un processo di omologazione verso il basso, di sperpero di talenti e conoscenza, di devastazione dell’immensa ricchezza che questo popolo, con creatività, sapienza e connaturato istinto, ha saputo costruire.”
“Se un secondo Rinascimento italiano è possibile – conclude Serena Pellegrino – come fermamente auspicano così tanti qualificati interlocutori, l’integrazione dell’art.1 della Costituzione ne costituirà la premessa fondamentale, sarà l’eccezionale riferimento giuridico e ideale per riprenderci il senso, il valore e la ricchezza immensa del nostro Paese. Che, come ci ha spiegato oggi Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale per l’Unesco, ha smesso di tutelare la propria bellezza e – cosa forse ancor più grave – ha smesso di produrne di nuova, determinando effetti probabilmente più devastanti della stessa crisi economica ed occupazionale. Puglisi stesso si è fatto interprete di un concetto fondamentale: la modifica dell’art.1 proposta è diretta a restituire al Paese consapevolezza di sé, e non potrà però mai distoglierci dall’impegnare tutte le nostre energie nel perseguire l’applicazione del primo comma dello stesso articolo, secondo cui “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro: attraverso l’attuazione di entrambi i principi, sarà consentito cittadini italiani di trovare dignità e bellezza nel proprio lavoro.”